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Corona virus e le conseguenze sul settore lattiero caseario in Lombardia

La pandemia, che ha drammaticamente colpito la nostra regione, non poteva non avere ricadute anche su uno dei settori cardini dell'economia locale quale il lattiero caseario. E mentre il primo giugno si celebrava il World Milk Day, i produttori lodigiani e quelli lombardi in genere, denunciavano una caduta del prezzo alla stalla oscillante tra il 10 e il 20%. In sostanza un incasso tra i 33-35 centesimi al litro contro un costo di produzione inferiore di pochi centesimi (31-32). La Lombardia con le 5.000 stalle dislocate sul territorio (27.000 a livello nazionale) produce il 45% del latte italiano. Evidenti quindi le ripercussioni economiche alle quali, a seguito del lockdown e della chiusura della catena di ristorazione, ha corrisposto una marcata contrazione della domanda di latte fresco a favore di quello a lunga conservazione, nonché di un prodotto di gamma come il “padano”.

 

Se consideriamo che nel Lodigiano son presenti ben 264 allevamenti sono evidenti le ripercussioni nel nostro territorio che poi sono le stesse di tutto il comparto.

 

Per cercare di evitare l'evolvere di questa crisi la Regione propone la tracciabilità e l'etichettatura all'origine dei prodotti lombardi per sostenerne e valorizzarne i caratteri distintivi (come avviene già per numerosi altri prodotti) unitamente ai modelli di produzione, al fine così di garantire la qualità per il consumatore e il reddito per il produttore.

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