Giornata internazionale degli sprechi alimentari
Il 29 settembre del 2019, quando il rapporto The State of food security and nutrition in the world, evidenziò che 690 milioni di persone nel mondo soffrivano la fame, l'ONU istituì la Giornata internazionale degli sprechi. Anche quest'anno però, forse anche a causa delle tensioni internazionali, la giornata è passata in silenzio, ma nonostante i conflitti armati e non, che caratterizzano la nostra esistenza, non si può rimanere insensibili di fronte a questo fenomeno. Ogni anno si perdono più di 1 miliardo di tonnellate di cibo, in particolare tra le mura domestiche, un quantitativo che potrebbe risolvere il problema della fame di centinaia di milioni di persone. Probabilmente anche di più. Secondo una stima di Coldiretti, il controvalore di questo assurdo dispendio è stimabile in circa 4.500 miliardi di dollari. In prima linea lo spreco di frutta e verdura, poi i cereali, carne e latticini incidono per l'8%, ma in termini economici assorbono un terzo di quanto sprecato. Gli sprechi alimentari inoltre incidono negativamente anche sull'ambiente, poiché tutto quanto non viene utilizzato, deve a sua volta essere smaltito, con le evidenti conseguenze del caso. Lo spreco alimentare coinvolge acqua, energia, lavoro, terreni agricoli. Circa ¼ dell'acqua utilizzata in agricoltura viene utilizzata per produrre alimenti che finiranno tra i rifiuti. Circa il 28% dei terreni agricoli produce cibo che non verrà mangiato. L'obiettivo ONU Fame Zero, previsto per il 2030, è sempre più lontano.